Il Tempio di Abu Simbel fu fortemente voluto e costruito da Ramses II per celebrare la sua vittoria contro gli Ittiti nella battaglia di Kadesh nel 1274 a.C.
Il tempio era dedicato a una serie di antiche divinità egizie come Ra-Horakhty, Ptah e Amon.
Abu Simbel fu progettato dal Faraone anche per essere una testimonianza del suo potere che non doveva mai essere intaccato dal tempo.
Ramses inoltre non voleva che il suo tempio potesse essere distrutto dai futuri re e voleva rendere eterna la sua posizione di vero dio. Questa è anche una delle ragioni per cui i templi a lui e alla sua regina Nefertari furono collocati così lontano, a 280 km circa a sud di Assuan, vicino al confine con il Sudan attuale.
I templi di Abu Simbel rimasero intatti, coperti dalla sabbia fino al 1813 grazie alla scoperta dell’archeologo svizzero Burckhardt.
I lavori per riportare Abu Simbel alla luce iniziarono finché l’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni nel 1817 entrò per la prima volta dentro il complesso.
Alla ricerca di un modo per eliminare il flagello delle inondazioni e della siccità, il governo egiziano nel 1960 si propose di costruire la massiccia Diga di Assuan.
Di fatto, l’energia elettrica fornita e le garanzie contro le inondazioni del Nilo avrebbero aiutato il paese, ma il lago artificiale (lago Nasser) che si sarebbe creato dietro alla diga avrebbe spazzato via Abu Simbel.
Così nel 1964, il governo egiziano insieme all’UNESCO ha dato vita ad un’incredibile operazione e ha deciso lo spostamento di Abu Simbel, salvandolo dall’acqua del Nilo, 65 metri più in alto e 200 più indietro rispetto alla posizione originale.
Aiutato dall’UNESCO ma anche da un’enorme squadra di nazioni, il possente e apparentemente inamovibile complesso dei templi è stato tagliato dalla montagna, suddiviso in blocchi numerati uno ad uno, spostato e riassemblato con precisione millimetrica dove si trova oggi.
Il complesso di Abu Simbel è costituito da due templi: il Grande Tempio dedicato al Faraone mentre quello più piccolo dedicato a Nefertari, la sua moglie.
Il Grande Tempio misura 30 metri di altezza e 35 metri di lunghezza e sulla facciata ospita quattro colossi del re Ramses II seduti sul trono.
All’interno del Grande Tempio ci sono geroglifici che raccontano le storie, le vittorie militari di Ramses II, la sua vita personale accanto alle rappresentazioni di antiche divinità egizie. L’intero complesso ha lo scopo di venerarlo, di affermare la sua posizione come qualcosa di diverso dall’uomo
Il piccolo tempio fu costruito per la regina egiziana Nefertari, la moglie più amata di Ramses II.
Anche il Piccolo Tempio ha una facciata con quattro grandi colossi, due di Ramses II e due di Nefertari.
Le pareti di questo tempio mostrano immagini del faraone e di Nefertari mentre pregano gli dei.