La Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, più conosciuta come chiesa della Martorana, rappresenta uno dei monumenti più affascinanti e ricchi di storia nel cuore del centro storico di Palermo.
Si tratta di un monumento straordinario, in grado di raccontare le vicende artistiche di nove secoli di arte e di cultura siciliana.
La sua costruzione risale al 1143 per volere di Giorgio di Antiochia, Ammiraglio di origine siriana ma di fede ortodossa, ai servizi di Re Ruggero.
Il ciclo di mosaici che impreziosisce la Chiesa della Martorana venne completato prima del 1150 ed è il più antico di tutta la Sicilia. Il fulcro di questa composizione artistica è l’immagine del Cristo Pantocratore nella cupola con ai suoi piedi quattro angeli.
Nel tamburo della cupola sono raffigurati otto profeti e nelle nicchie dei pennacchi angolari i quattro evangelisti.
Nel corso del XVII secolo, saranno eseguiti numerosi interventi con l’aggiunta di cappelle, decorazioni in marmo e affreschi e la creazione di un nuovo portale barocco. Infine nel 1870 la proprietà della chiesa e del monastero passarono allo stato.
L’accesso alla parte più antica della chiesa è preceduto da due mosaici del 1740. A sinistra si trova Giorgio d’Antiochia, inginocchiato ai piedi della Vergine mentre a destra si può ammirare l’incoronazione di Ruggero da parte di Cristo Pantocratore.
All’interno della Chiesa dell’Ammiraglio sono presenti anche un tabernacolo in lapislazzuli, una fonte battesimale del periodo normanno e una porta lignea del XII secolo con intagli arabi.
Durante i restauri tra il 1870 e il 1873, la chiesa fu intitolata a San Nicolò dei Greci.
Oggi è sede della concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi e rappresenta un punto di riferimento per la comunità di fedeli di rito greco-ortodosso.
Il monastero della Martorana, da cui deriva l’altro nome con cui è chiamata la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, era chiamato così perché a farlo costruire fu Eloisa Martorana.
Le suore del monastero erano famose per la preparazione di dolci a base di pasta di mandorle con l’aspetto di frutta. Sembra che l’idea di queste creazioni sia venuta alle suore in occasione di una visita del Papa. Non potendo servire frutta fresca decisero di impastare dei frutti finti da attaccare agli alberi.