Il brutalismo è una corrente architettonica nata a metà degli anni ’50, definita anche come un sottogruppo della corrente modernista.
La sua caratteristica principale è di aver introdotto l’estetica del cemento grezzo a vista, detto anche béton brut.
Fino alla metà del 1970, l’architettura brutalista fu molto utilizzata sia nel blocco occidentale che in quello orientale, dove venne associata all’ideologia di stampo socialista. Si trattava di un tipo di architettura accessibile: non veniva data importanza all’estetica degli edifici, ma alla loro funzionalità.
In tutti i Paesi dei Balcani ci sono esempi di architettura brutalista e modernista ma, la città che ne vanta il maggior numero è Skopje.
Nel 1963 l’80% degli edifici di Skopje, all’epoca Jugoslavia, furono rasi al suolo da un forte terremoto.
In quell’occasione la comunità internazionale si mobilitò, dando vita a un piano di ricostruzione a cui collaborarono molti Paesi.
I simboli dell’architettura brutalista a Skopje sono il Centro di Telecomunicazione, la Posta Centrale e la Chiesa di San Clemente di Ohrid.
Il Centro delle Telecomunicazioni, è parte integrante del piano di ricostruzione ed è senza dubbio uno dei più importanti complessi architettonici e urbanistici costruiti post-terremoto.
Il processo di progettazione è iniziato nel 1968, mentre la realizzazione si è conclusa a fine del 1980, dopo numerose modifiche.
A poca distanza si trova l’edificio che ospita la Posta Centrale, costruita in stile brutalista nel 1974.
Altro esempio di architettura brutalista a Skopje è la Chiesa di San Clemente di Ohrid.
Costruita nel 1972 è il luogo di culto più importante e grande della città con la sua capienza di quasi 6000 persone. La chiesa è costruita in forma rotonda e misura un diametro di quasi 36 metri.