Il Museo Arcivescovile di Ravenna, uno dei musei ecclesiastici più suggestivi d’Italia, si trova nel Palazzo Arcivescovile del IV secolo, costruito quando la città si stava affermando come fulcro e capitale dell’Impero Romano d’Occidente.
Il Museo raccoglie cronologicamente la storia della città e conserva i materiali provenienti dall’antica cattedrale ursina (IV secolo), distrutta nel Settecento.
Durante il percorso espositivo si trovano numerosi reperti archeologici e opere d’arte, ma i più importanti sono la Sala Lapidaria, la Cappella di Sant’Andrea, la Cattedra di avorio dell’Arcivescovo Massimiano e il Calendario Pasquale in marmo.
Nella Sala Lapidaria, come fu chiamato in origine il Museo, si trovano lapidi romane, sculture, capitelli e fronti di sarcofagi.
La Cappella Arcivescovile o di Sant’Andrea, venne costruita agli inizi del V secolo ed è l’unico monumento ortodosso ancora esistente in città realizzato ai tempi di Teodorico. Dedicata originariamente a Cristo, a seguito della conquista della città da parte dei bizantini, la Cappella fu dedicata a Sant’Andrea, le cui reliquie arrivarono a Ravenna da Costantinopoli verso la metà del VI secolo.
Al centro della sala dedicata, si trova la Cattedra di avorio dell’Arcivescovo Massimiano del VI secolo. Costruita in ebano, sono applicati 27 pannelli rettangolari in avorio finemente intagliati. Le tavolette in avorio rappresentano scene ispirate a episodi dell’Antico e Nuovo Testamento.
La Cattedra di avorio è l’opera più famosa e importante del Museo Arcivescovile di Ravenna.
In un’altra sala del Museo è presente il Calendario Pasquale, uno dei pezzi più rari e significativi. Ottenuto incidendo una lastra di marmo, è stato realizzato per individuare la data di celebrazione della Pasqua a partire dall’anno 532 fino al 626. L’importanza di un calcolo preciso era fondamentale per la Chiesa Cattolica e la tavola marmorea ne è la più antica dimostrazione.
Il percorso si conclude con la pinacoteca con opere datate tra il 1500 e il 1800 e una collezione di vesti sacre del XI secolo.
Ringrazio l’Opera di Religione della Diocesi di Ravenna per l’ospitalità e la disponibilità dimostrata.