L’area archeologica delle Grotte di Catullo conserva al suo interno i resti di una delle maggiori ville residenziali dell’Italia settentrionale.
Collocata in una posizione eccezionale, sulla punta della penisola di Sirmione, domina l’intero bacino del Lago di Garda.
La denominazione di “Grotte” deriva dai resoconti dei primi viaggiatori che, nel 1400, scambiarono le rovine dell’edificio per grotte naturali coperte dalla vegetazione.
In passato si pensava anche che la villa fosse appartenuta al poeta veronese Catullo, che a Sirmione dedicò celebri versi. La villa, però, non può essere appartenuta a Catullo perché venne costruita dopo la sua morte.
Le indagini più recenti hanno permesso di precisare la cronologia della villa, costruita in età augustea ed abbandonata nel corso del III secolo.
La villa occupava una superficie di circa due ettari e presenta una pianta di forma rettangolare con due avancorpi sui lati corti.
L’ingresso principale era a sud verso la terraferma e dava accesso al piano superiore residenziale e dotato anche di un settore termale.
Di questo grandioso impianto oggi restano le imponenti fondazioni e pochi altri elementi, percepibili nei settori occidentale e settentrionale, come le cosiddette ‘Botteghe’, il ‘Grande Criptoportico’, il Campo delle Noci, l’Aula dei Giganti.
Nel lato sud della corte centrale si trovano anche la grande Cisterna, che raccoglieva l’acqua necessaria per le necessità quotidiane e il settore termale.
Il settore settentrionale dell’edificio culminava in una grande terrazza-belvedere, oggi completamente crollata. Al livello inferiore, un lungo corridoio conduceva ad una loggia con finestra a tre archi con la vista spettacolare sul Lago di Garda.
Nel centro delle rovine si trova l’antico uliveto con alcune piante storiche di 400-500 anni.
Durante il V secolo il complesso diventò parte integrante della struttura difensiva di Sirmione.
Tutto l’edificio, ma soprattutto le murature della parte residenziale, vennero riutilizzate come nuovo materiale da costruzione. I primi scavi con finalità scientifiche del sito risalgono alla metà dell’Ottocento. Nel 1949, dopo l’acquisizione pubblica dell’area, vennero eseguite ampie ricerche.