La Basilica di Santa Anastasia è il luogo di culto più grande di Verona.
Sorge sul luogo dove, in epoca romana, passava l’ultimo tratto cittadino della Via Postumia prima di attraversare il fiume Adige e proseguire il suo percorso fino ad Aquileia.
L’attuale edificio religioso prende il nome da una preesistente chiesa di epoca gotica, dedicata ad Anastasia di Sirmio.
La Basilica è in realtà intitolata a San Pietro, martire assassinato nel 1252 e compatrono di Verona.
I lavori per la costruzione iniziarono nel 1290 e proseguirono fino alla consacrazione avvenuta nel 1471. L’opera fu resa possibile grazie al contributo della Signoria dei Della Scala, Signori di Verona, insieme ad altre famiglie importanti veronesi.
Nella facciata della Basilica si può notare la divisione in tre sezioni, con una porta gotica, dei pilastri d’epoca rinascimentale e una parte superiore priva di rivestimento di mattoni.
L’interno è diviso in tre navate congiunte da volte a crociera, con dodici grandi colonne di marmo con capitelli gotici.
La pianta della chiesa è a croce latina.
Il pavimento è ancora quello originario del 1444 ed è di tre colori: il marmo rosso veronese alternato al bianco d’Istria ed alla basanite nera.
Elementi alquanto caratteristici della chiesa sono le due acquasantiere ai lati delle prime colonne, sostenute da due gobbi.
Le navate laterali della chiesa presentano una sequenza di grandi altari, ornati con pale, affreschi e sculture che vanno dal XIV al XVIII secolo.
Fra le principali opere artistiche si trovano l’Altare Fregoso, ornato da una pala che ritrae la Madonna in trono col Bambino e Santi. La Cappella Cavalli con numerosi affreschi del XIV secolo, tra cui la Vergine in Trono. La Cappella Pellegrini, decorata da altorilievi di terracotta raffiguranti scene della vita di Gesù.