I Fori Imperiali erano una serie di piazze monumentali adiacenti al Foro Romano, edificate nel corso del I secolo da Giulio Cesare e dagli imperatori Augusto, Traiano e Nerva.
Sono la principale area archeologica di Roma raccogliendo buona parte della storia della Roma antica e per secoli ha rappresentato il centro politico, economico, giuridico e religioso di Roma e del suo Impero, oltre che il centro strategico e nevralgico della civiltà romana.
La valle in cui sorgono i Fori era un’area paludosa, principalmente utilizzata tra il X e il VII secolo a.C. come necropoli dei primi villaggi di residenti delle colline circostanti.
Solo verso il 600 a.C. l’area venne recuperata e bonificata grazie al Re etrusco Tarquinio Prisco, che costruì la pavimentazione in tufo della principale piazza creata nel punto in cui convergevano le principali strade.
Dopo la nascita della Repubblica furono eretti molti santuari come il tempio di Saturno, dei Dioscuri e il Lacus Curtius.
Tra il 46 d.C. e il 200 d.C. i Fori vennero ampliati con la costruzione delle due grandi basiliche Emilia e Giulia, l’Arco di Augusto, il Tempio di Vespasiano, l’Arco di Tito, il Tempio di Antonino e Faustina e il Tempio di Venere e Roma costruito dall’Imperatore Adriano sui resti della Domus Aurea.
Dopo la caduta dell’Impero Romano l’area dei Fori attraversò una lunga fase di declino con svariati saccheggi, espoliazioni e cambi di d’uso fino ad essere quasi completamente interrato nel XVI secolo.
La conservazione di alcuni dei templi principali si deve al fatto che venero trasformati in chiese permettendo nel tempo la loro conservazione mentre molti edifici sono completamente stati rimossi durante il Rinascimento quando l’area venne utilizzata come cava di pietre e marmi.