il Tempio di San Sava è la più grande chiesa ortodossa del mondo, venne eretta nel XX secolo per santificare il luogo in cui i turchi profanarono le spoglie del santo e risulta ad oggi ancora incompleta.
L’idea della costruzione di un monumentale tempio ortodosso emerse nel 1895, pochi decenni dopo la conquista dell’indipendenza da parte della Serbia ottenuta nel 1817.
L’intento era quello di santificare il luogo in cui i turchi avevano fatto scempio della salma di San Sava. Nel 1594 infatti la regione era sotto il controllo dell’Impero Ottomano, e nell’attuale Serbia s’ergevano importantissimi monasteri ortodossi, il più grandioso dei quali era il monastero di Mileševa.
Questo monastero era un luogo di culto che godeva di enorme popolarità, e di un grosso afflusso di pellegrini per via del fatto che ospitava le spoglie di San Sava, primo arcivescovo serbo vissuto nel XIII secolo e venerato come santo in tutta l’Europa orientale.
I governanti turchi tuttavia non sopportavano questa situazione, così decisero di escogitare una soluzione drastica: bruciare il monastero. Non soddisfatti e desiderosi di umiliare pubblicamente il culto ortodosso per affermare la supremazia musulmana, esumarono il corpo del santo per ordine del Gran Vizir Sinan Pascià e, dopo averlo portato in cima alla collina di Vračar bruciarono il corpo.
In seguito alla liberazione dai turchi, sul luogo venne eretta una chiesa commemorativa.