Il Museo delle occupazioni e delle lotte per la libertà è stato istituito nel 1992. Dal 1944 al 1991 fu la sede della polizia segreta sovietica, nota con la sigla di KGB. Qui venivano imprigionati ed interrogati i dissidenti del regime.
Al primo piano del museo (ex ufficio del vice-capo del KGB lituano) si trova una mostra di documenti, fotografie, mappe e altri oggetti raffiguranti la sovietizzazione lituana nel 1940-1941.
La mostra è dedicata anche alla guerriglia partigiana territoriale del 1944-1953 contro la resistenza armata sovietica e alla deportazione in Siberia dei dissidenti lituani.
Il seminterrato dell’edificio contiene l’ex prigione del KGB con relative celle di isolamento per interrogatori dove venivano reclusi i prigionieri lituani sospettati dalle autorità di occupazione dall’autunno del 1940 fino al 1987.
Sono visitabili gli uffici dei secondini, le celle di detenzione, di isolamento e gli spazi dove avvenivano le esecuzioni, spesso sommarie, dei condannati a morte.
All’esterno, sui muri in granito del palazzo, una parte del quale è oggi sede della Corte d’Appello, sono stati incisi i nomi di tutti coloro che qui furono vittime del KGB.
Nel 2018 Papa Francesco durante il suo Viaggio Apostolico nelle Repubbliche Baltiche ha visitato questo museo/memoriale soffermandosi in particolare su due celle di isolamento, la n. 9 e la n. 11, della larghezza di 60cm. Nella cella numero 11 sono esposte le fotografie e le storie di alcuni vescovi cattolici perseguitati per la loro fede, tra cui l’arcivescovo Teofilo Matulionis, proclamato beato il 25 giugno 2017.