Con l’acronimo AVNOJ si indica il Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (Antifašističko vijeće narodnog oslobođenja Jugoslavije).
Dopo la sconfitta dell’esercito jugoslavo durante la Seconda Guerra Mondiale, la Jugoslavia venne spartita tra Germania, Italia, Ungheria, Bulgaria e dal neo costituito Stato Indipendente di Croazia. L’opposizione a questi regimi di occupazione causò la formazione di movimenti di resistenza e il il Partito Comunista di Jugoslavia, all’epoca attivo clandestinamente, assunse il ruolo di forza principale della resistenza nello Stato balcanico.
Dal 21 al 29 novembre 1943 a Jajce si tenne la seconda riunione AVNOJ.
Le risoluzioni della seconda riunione dell’AVNOJ furono:
- la creazione di una Jugoslavia federale, basata sul diritto di autodeterminazione, col quale le popolazioni slave meridionali di serbi, croati, sloveni, macedoni e montenegrini, avrebbero vissuto in Repubbliche costituenti aventi pari diritti
- l’elezione di un Comitato Nazionale per la Liberazione della Jugoslavia con sede a Jajce che agisse da governo provvisorio
- la nomina di Tito a Maresciallo di Jugoslavia e a primo ministro
- la revoca del governo jugoslavo in esilio
- il divieto di ritorno in patria al Re Pietro II Karadjordjević fino allo svolgimento di un referendum popolare per decidere lo status della monarchia.
Stalin, leader Sovietico, si infuriò quando scoprì di non essere stato informato della riunione di novembre, e vietò a Tito di dichiarare l’AVNOJ come governo provvisorio.
Gli alleati occidentali comunque, non erano allarmati, poiché sapevano che i partigiani erano gli unici gruppi di resistenza jugoslava che combattevano attivamente i tedeschi.
Nel dicembre 1943 gli Stati Uniti d’America, il Regno Unito e l’Unione Sovietica decisero di appoggiare i partigiani jugoslavi.