L’edificio della Biblioteca Nazionale venne costruito negli ultimi anni del 1800 su ordine delle autorità austroungariche.
Dopo quasi cinque secoli di dominio ottomano, la popolazione non era molto contenta di avere un altro padrone. Le autorità austroungariche decisero allora di costruire l’edificio per dimostrare la loro potenza e per rendersi amici i musulmani locali scegliendo uno stile orientale.
Affidarono il compito ai migliori architetti dell’epoca, e fu scelto il progetto dell’architetto di origini praghesi Alexander Vitek, che andò addirittura a studiare architettura al Cairo. La leggenda dice che Vitek, deluso da come era venuta la sua opera, si suicidò prima del termine dei lavori, che vennero poi finiti nel 1896.
Le voci di una maledizione del Palazzo si fecero maggiori quando vi entrò l’Arciduca Ferdinando d’Asburgo appena 10 minuti prima di subire, insieme alla moglie Sofia, l’attentato nei pressi del ponte Latino.
Quando finì la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo assunse un ruolo completamente diverso. Essendo anche sede dell’Accademia delle Scienze, si cominciò la raccolta di libri per costituire la cosiddetta Biblioteca Nazionale e la Biblioteca Universitaria.
Venne bombardata tra il 25 e 26 agosto 1992 con il preciso scopo di distruggerlo essendo il simbolo di ritrovo pacifico tra culture e popoli. Al termine dei bombardamenti la biblioteca era ridotta a uno scheletro fumante. Rimanevano le fondamenta e le mura esterne ma il 90% del patrimonio letterario si era perso tra le fiamme. Tra le pubblicazioni salvate troviamo fortunatamente l’Haggadah. Si tratta di un’opera trecentesca scritta a mano su pelle di vitello illustrata con miniature della Bibbia in rame e oro.
Terminato l’assedio, il governo cominciò la ricostruzione della biblioteca che durò 18 anni finanziati per buona parte dall’Unione Europea. Venne riaperta al pubblico il 9 maggio 2014.
Oggi è la sede del Municipio cittadino.