La Cappella degli Scrovegni sorge tra le rovine dell’antica arena di Padova, eretta probabilmente tra il 60 e 70 d.C.
Nel XIV secolo l’area fu acquistata dagli Scrovegni, ricca famiglia padovana di banchieri e usurai, che qui nel 1300 fecero erigere il loro palazzo.
Tra il 25 marzo 1303 e il 25 marzo 1305 fu innalzata la Cappella dedicata alla Vergine.
A Giotto venne affidato il compito di raffigurare una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale.
Sulle pareti laterali, sopra uno zoccolo che mostra con figure allegoriche il volto dei sette Vizi e delle sette Virtù, e sotto la suggestiva volta stellata, si succedono 38 riquadri disposti in tre fasce di affreschi raffiguranti la vita di Cristo.
L’opera fu ultimata in tempi molto brevi tanto che nel 1305, dopo 2 soli anni di lavoro, la Cappella era tutta decorata e veniva consacrata per la seconda volta.
Il ciclo di Giotto agli Scrovegni costituisce il più alto capolavoro del pittore e della storia dell’arte occidentale, pari solamente alla Cappella Sistina.
La Cappella era originariamente collegata attraverso un ingresso laterale al palazzo Scrovegni, abbattuto nel 1827 per ricavarne materiali preziosi e far spazio a due condomini.
La Cappella fu ufficialmente acquisita dalla municipalità di Padova nel 1881. Subito dopo l’acquisto i condomini furono abbattuti e la cappella fu oggetto di restauri, non sempre felici. Nel giugno del 2001, dopo vent’anni di indagini e studi preliminari partirono i restauri degli affreschi di Giotto. Nel marzo del 2002 la Cappella fu riconsegnata al mondo in tutto il suo ritrovato splendore.
Dal 2021 fa parte dei patrimoni dell’umanità UNESCO nel sito dei cicli di affreschi del XIV secolo di Padova.