La parte più antica del Castello Scaligero di Valeggio fu quasi completamente rasa al suolo dal terremoto del 1117 che colpì gran parte dell’Italia settentrionale.
Nel 1345 Mastino II della Scala iniziò i lavori di restauro e di costruzione di un’imponente bastia difensiva, costituita da fossati e mura merlate intervallate da torricelle, che scendeva dal Castello circondava l’abitato di Valeggio, raggiungeva il Castello di Villafranca, per terminare nelle campagne paludose che circondavano Nogarole Rocca. Il cosiddetto “Serraglio Castellano” era lungo circa sedici chilometri e il lavoro fu interrotto nel 1348, allo scoppio di una delle più gravi pestilenze che si ricordino: la famosa Peste nera che sconvolse tutta l’Europa.
Durante la dominazione veneziana, iniziò il lento e progressivo decadimento delle complesse strutture difensive tardo medievali e, verso la metà del XVI secolo, la Serenissima Repubblica di Venezia privilegiando la scelta strategica di fortificare Peschiera, cedette ai privati sia il Castello sia il Ponte Visconteo.
Solo negli ultimi decenni è iniziata l’opera di protezione e ricostruzione di questo particolarissimo patrimonio storico.
Il Ponte Visconteo venne costruito nel 1393 da Gian Galeazzo Visconti duca di Milano. È lungo circa 650 metri e largo circa 25 metri e la ragione della costruzione di questa straordinaria diga fortificata deve essere ricercata nella volontà di garantirsi l’impenetrabilità dei confini occidentali, per difendere la città di Verona ed assicurarsi i collegamenti con i territori veronesi da poco annessi ai propri domini.
Oggi su questo ponte ogni anno nel mese giugno si celebra la Festa del Nodo d’Amore, celebre festa del tortellino di Valeggio sul Mincio (leggi qui la storia).
Il primo insediamento di rilevanza storica risale al periodo Longobardo (VI – VIII sec. d.C.), dal quale deriva il toponimo di Borghetto, che significa “insediamento fortificato”. Nello stesso periodo si stabilirono nelle vicinanze coloni che iniziarono la bonifica e la coltivazione della parte pianeggiante della valle. La Valle del Mincio fu molto contesa delle famiglie nobili veronesi che si contendevano la forza idraulica del fiume costruendo decine di mulini a ruota.
Questo piccolo villaggio, edificato in simbiosi con il fiume Mincio e caratterizzato da antiche fortificazioni risalenti al periodo medievale, deve il suo fascino all’armonico rapporto che storia e natura hanno conservato quasi intatto nei secoli e oggi rappresenta una struttura urbanistica apprezzata da tutto nel mondo.